Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
 
 
 
Decreto Direttoriale 30 maggio 2012 n. 257

Avviso per lo sviluppo e il potenziamento di cluster tecnologici nazionali

Emblema Repubblica Italiana
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Dipartimento per l'università, l'alta formazione artistica, musicale e coreutica e per la ricerca
Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca

AVVISO PER 

LO SVILUPPO E POTENZIAMENTO DI
CLUSTER TECNOLOGICI NAZIONALI

IL DIRETTORE GENERALE

 

VISTO il D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, e ss. mm. e ii. sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche;

VISTA la Legge 14 luglio 2008 n. 121 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2008 n. 85, recante "Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di governo in applicazione dell'art. 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244" con la quale, tra l'altro, è stato previsto che le funzioni del Ministero dell'Università e della Ricerca, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, sono trasferite al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca;

VISTO il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri D.P.C.M. del 6 agosto 2008 "Ricognizione, in via amministrativa delle strutture trasferite al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ai sensi dell'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 121;

VISTO il D.P.R. del 20 gennaio 2009, n. 17, "Regolamento recante disposizioni di riorganizzazione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca";

VISTO il decreto ministeriale 27 luglio 2009, recante l'individuazione degli uffici di livello dirigenziale non generale dell'amministrazione centrale ed il decreto 22 luglio 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 216 del 15 settembre 2010, che assegna all'Ufficio III della Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca  le deleghe su Coordinamento, finanziamento e valutazione enti, Distretti di alta tecnologia, laboratori pubblico - privati e reti di impresa, nonché la Definizione, attuazione e monitoraggio dei relativi Accordi di programma;

VISTA la Comunicazione COM(2008) 652 def della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni "Verso cluster competitivi di livello mondiale nell'Unione europea" che identifica come una delle priorità assolute l'attuazione di un'ampia strategia dell'innovazione per il raggiungimento dell'eccellenza dei Cluster europei;

CONSIDERATA la Comunicazione COM(2011) 808 def della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni "Orizzonte 2020" nella quale viene illustrato il quadro strategico comune in materia di ricerca e innovazione per il periodo 2014-2020, e che prevede tre priorità che si rafforzano reciprocamente: 1. generare una scienza di alto livello finalizzata a rafforzare l'eccellenza scientifica dell'UE a livello internazionale; 2. promuovere la  leadership industriale mirata a sostenere l'attività economica, comprese le PMI; 3. innovare per affrontare le sfide sociali, in modo da rispondere direttamente alle priorità identificate nella strategia Europa 2020 per mezzo di attività ausiliari  che coprono l'intero spettro delle iniziative, dalla ricerca al mercato;

VISTO il Decreto Direttoriale n. 713/Ric del 29 ottobre 2010 e il successivo avviso del 15 novembre 2010, nell'ambito del quale il MIUR, ha previsto azioni di sviluppo e potenziamento di Distretti ad Alta Tecnologia e di Laboratori pubblico/privati nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Ricerca e Competitività" 2007-2013 (PON R&C) per le Regioni della Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), con un impegno complessivo pari a 915 Milioni di Euro a carico del PON R&C con copertura a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e sul Fondo di Rotazione (FDR);

CONSIDERATO opportuno, anche nelle regioni italiane non facenti parte dell'Obiettivo Convergenza, ai fini della creazione o rafforzamento di favorire la nascita e lo sviluppo di grandi cluster tecnologici di carattere nazionale, anche attraverso la valorizzazione e sistematizzazione delle migliori esperienze al riguardo esistenti;

VISTO il Decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 297 recante "Riordino della disciplina e snellimento delle procedure per il sostegno della ricerca scientifica e tecnologica, per la diffusione delle tecnologie, per la mobilità dei ricercatori" e ss.mm.ii.;

VISTO il Decreto Ministeriale 8 agosto 2000, n. 593, pubblicato nel S.O. n. 10 alla Gazzetta Ufficiale n. 14 del 18 gennaio 2001 relativo alle «Modalità' procedurali per la concessione delle agevolazioni previste dal decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 297» entrato in vigore il 17 febbraio 2001, e successive modifiche ed integrazioni;

CONSIDERATO che il MIUR nel Decreto Direttoriale n. 332/RIC, del 10 giugno 2011 di ripartizione delle risorse del FAR per gli anni 2010-2011 ha stanziato 368 Milioni di euro per l'intervento di cui al presente Avviso nella forma del contributo nella spesa (63 Milioni di euro ) e di credito agevolato (305 Milioni di euro);

CONSIDERATO che, al fine di favorire opportune forme di collegamento e integrazione tra Cluster Tecnologici delle Regioni non Convergenza e le migliori competenze pubbliche e private presenti nelle 4 Regioni dell'Obiettivo Convergenza, il richiamato PON "Ricerca e Competitività" mette a disposizione 40 milioni di euro (50% FESR e 50% FdR);

CONSIDERATA l'opportunità di favorire la nascita e lo sviluppo di pochi grandi Cluster Tecnologici Nazionali al fine di favorire il consolidamento di politiche di sistema e di masse critiche più ampie ed efficaci;

RITENUTO di poter procedere alla pubblicazione del suddetto Avviso;

DECRETA

Articolo 1
Finalità e oggetto dell'intervento

1.    Le dinamiche del cambiamento tecnologico, la rapida evoluzione e convergenza delle tecnologie abilitanti dischiudono nuove opportunità per il mercato e la società, in termini di nuovi prodotti, nuovi servizi, nuovi mercati, nuovi settori produttivi, diverse modalità di organizzazione della produzione, delle istituzioni, dei servizi sociali ed in particolare della Pubblica Amministrazione. In tale ottica diventa fondamentale perseguire una linea di azioni ed interventi coerente con le agende strategiche comunitarie, che consenta una attiva partecipazione ed una convergenza con gli obiettivi di Horizon 2020, il Programma Europeo per la ricerca e l'innovazione per il periodo 2012/2020.

2.    Per valorizzare questi spazi di opportunità e quindi il loro impatto sulla "mutazione strutturale" dei sistemi economici Regionali, assumono rilevanza le operazioni strategiche inter-istituzionali (imprese, università, enti pubblici di ricerca) con valenza inter-disciplinare ed internazionale, finalizzate ad integrare ricerca-formazione-innovazione.

3.    In tale quadro, il MIUR attribuisce particolare rilievo strategico alla nascita e allo sviluppo di Cluster Tecnologici Nazionali da identificare come propulsori della crescita economica sostenibile dei territori e dell'intero sistema economico nazionale.

4.    Più in particolare, i Cluster debbono intendersi come aggregazioni organizzate di imprese, università, altre istituzioni pubbliche o private di ricerca, altri soggetti anche finanziari attivi nel campo dell'innovazione, articolate in più aggregazioni pubblico-private, ivi compresi i Distretti Tecnologici già esistenti, presenti su diversi ambiti territoriali, guidate da uno specifico organo di coordinamento e gestione, focalizzate su uno specifico ambito tecnologico e applicativo, idonee a contribuire alla competitività internazionale sia dei territori di riferimento sia del sistema economico nazionale.

5.    Il Cluster può essere strutturato secondo diversi modelli organizzativi (quali un modello "hub&spoke" o un modello "federato"), con l'obiettivo di stabilire e valorizzare ogni possibile connessione con analoghe esperienze esistenti su tutto il territorio nazionale, attraverso progetti di ricerca interdisciplinari connessi alle tecnologie abilitanti e alle loro relative applicazioni, e anche attraverso pratiche lavorative eccellenti ed
approfondimenti teorici, giungendo allo sviluppo di una massa critica di competenze interdisciplinari, di capacità innovative e di creazione di imprenditorialità emergente dai saperi scientifici e tecnologici (start-up, spin-off di ricerca), capacità di distinguersi per un forte impatto sociale e di risposta alle grandi sfide sociali.

6.   La natura e il ruolo dei Cluster Nazionali tanto più può essere rilevante quanto più si caratterizzino per il loro riferimento a un numero limitato di aree tecnologiche e applicative trasversali, all'interno delle quali far confluire in modo coordinato e organico anche le migliori esperienze e competenze esistenti sul territorio nazionale.

7.    L'analisi della struttura scientifica e tecnologica del Paese e gli orientamenti nazionali e comunitari al riguardo portano all'individuazione delle seguenti aree, per ognuna delle quali il MIUR vuol favorire la nascita e lo sviluppo di un Cluster Tecnologico Nazionale, anche attraverso il presente Avviso i cui risultati dovranno opportunamente valorizzare gli esiti di analoghe iniziative già in corso di attivazione presso il MIUR:

  • Chimica verde: l'azione del Cluster dovrà mirare allo sviluppo di tecnologie di trasformazione di biomasse di seconda e terza generazione (biomasse "sostenibili non food") in energia e chimica verde.
  • Agrifood: l'azione del Cluster dovrà mirare allo sviluppo di conoscenze e tecnologie per la produzione di cibi, anche di origine marina, più sicuri e che abbiano più elevate caratteristiche di qualità e genuinità, anche attraverso una maggiore sostenibilità e un minor impatto ambientale nell'uso delle risorse.
  • Tecnologie per gli ambienti di vita: l'azione del Cluster dovrà mirare allo sviluppo di conoscenze, soluzioni tecnologiche, impianti, costruzioni e prodotti altamente innovativi che, secondo uno schema di Ambient Intelligence ed "Ambient Assisted Living", permettano di ridisegnare l'ambiente di vita domestico in modo da garantire l'inclusione, la sicurezza, l'ecosostenibilità.
  • Scienze della Vita: l'azione del Cluster dovrà in particolare riguardare la cura della salute umana attraverso la produzione di nuovi farmaci e terapie assistive, anche a costi contenuti; la realizzazione di approcci diagnostici innovativi per malattie particolarmente critiche, comunque in un'ottica di miglioramento e allungamento della vita attiva delle persone.
  • Tecnologie per le Smart Communities: l'azione del Cluster dovrà mirare allo sviluppo delle più avanzate soluzioni tecnologiche applicative per consentire di realizzare modelli innovativi di risoluzione integrata per problemi sociali di scala urbana e metropolitana, (es.: mobilità, sicurezza e monitoraggio del territorio, education, health, beni culturali e turismo, green cloud computing, energie rinnovabili e efficienza energetica, giustizia).
  • Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina: l'azione del Cluster dovrà mirare a promuovere lo sviluppo di innovativi mezzi e sistemi per la mobilità di superficie  eco-sostenibili, ottimizzabili dal punto di vista intermodale, per accrescere la competitività delle imprese di produzione e di gestione nel pieno rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali.
  • Aerospazio: l'azione del Cluster dovrà riguardare tutti gli ambiti tecnologici di rilievo per il settore aeronautico e spaziale con particolare riferimento all'uso duale delle tecnologie che ne specializzino l'uso ad applicazioni in campo civile e di elevato impatto sociale.
  • Energia: l'azione del Cluster dovrà mirare allo sviluppo di componenti, sottosistemi e sistemi innovativi relativi alla produzione di energie, anche marine, sostenibili e a basso contenuto di CO2, al relativo utilizzo ad alto grado di efficienza ed efficacia, nonché alla produzione, stoccaggio, distribuzione di energia elettrica secondo il concetto di smart grids.
  • Fabbrica intelligente: l'azione del Cluster dovrà mirare, attraverso lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie innovative per i sistemi produttivi, tra le quali, ad esempio, la robotica, i nuovi materiali e dispositivi avanzati, il virtual prototyping e in generale l'applicazione delle tecnologie digitali al manufacturing, a favorire l'innovazione e la specializzazione dei sistemi manifatturieri nazionali, sul piano della produzione, dell'organizzazione e della distribuzione.

 

8. Le tecnologie abilitanti di natura pervasiva, quali le nanotecnologie, i nuovi materiali, la fotonica, le tecnologie per le next generation networks etc., e in generale l'ICT, sono considerate parte costitutiva dei domini applicativi sopraelencati e la loro opportuna valorizzazione deve essere considerata elemento qualificante dei Cluster Tecnologici Nazionali.

9. Ai fini sin qui esposti, pertanto, con il presente Avviso il MIUR richiede, secondo le disposizioni di cui ai successivi articoli, la presentazione di Piani di Sviluppo Strategico e di Progetti di Ricerca Industriale (comprensivi anche di attività di Sviluppo Sperimentale e di Formazione), per la successiva attività di valutazione e di eventuale finanziamento, attraverso la definizione di opportuni Accordi di Programma con le Regioni specificatamente interessate.


Articolo 2
Soggetti ammissibili

1.  La domanda per la concessione delle agevolazioni previste dal presente Avviso deve essere presentata dallo specifico Organo di Coordinamento e Gestione del Cluster Nazionale, in qualunque forma costituito o in fase di costituzione, e deve ricomprendere
un Piano di Sviluppo Strategico e n. 4 Progetti, secondo i requisiti indicati ai successivi articoli 4 e 5 del presente Avviso.

2.    Ove l'Organo di Coordinamento e Gestione del Cluster sia costituito in una forma giuridica non contemplata all'articolo 5, commi 1 e ss., del DM n. 593/00 e ss.mm.ii., (relativo ai soggetti ammissibili alla presentazione di progetti di ricerca industriale) la domanda deve essere sottoscritta anche dagli specifici soggetti attuatori dei n. 4 Progetti di cui al precedente comma 1, purchè ammissibili secondo le predette disposizioni del DM n. 593/00, e ss.mm.ii., e afferenti il Cluster di riferimento.

3.    La domanda, inoltre, deve essere corredata da specifica lettera di intenti con la quale le Regioni di riferimento del Cluster, manifestano il proprio interesse a sostenere anche finanziariamente, nell'ambito di specifici Accordi di Programma con il MIUR, attività complementari e/o funzionali allo sviluppo e valorizzazione del Cluster, descrivendone la coerenza e la funzionalità rispetto alle strategie di sviluppo regionale.

Articolo 3
Requisiti dei Piani di Sviluppo Strategico

1.    Il Piano, di durata almeno quinquennale, deve mettere in luce la combinazione di processi ed azioni che rendano possibile l'acquisizione di conoscenze e tecnologie avanzate su scala globale e il conseguente radicamento di tali asset, attraverso la loro adozione e sfruttamento, nell'ambito della dimensione locale, nazionale e europea.

2.    Il Piano deve essere caratterizzato da elevato dinamismo, flessibilità e capacità di rispondere alle esigenze emergenti nei settori di riferimento.

3.    In particolare, il Piano dovrà evidenziare come il Cluster intenda favorire il processo di Smart Specialization delle Regioni e, più in generale, facilitare ed accelerare i processi inerenti lo sviluppo strutturale nel sistema economico Regionale e Nazionale, caratterizzandosi quindi per le capacità di:

  • - identificare puntualmente i risultati di ricerca industriale perseguiti e sinora conseguiti, valorizzandone gli impatti industriali, socio-economici, occupazionali, sul territorio e sul settore di riferimento, l'eventuale implementazione di strumenti tecnologici di condivisione e sviluppo aperti agli attori pubblici e privati del Cluster, ed i collegamenti nazionali e internazionali generatisi;
  • - valorizzare programmi strategici di ricerca, di sviluppo tecnologico e innovazione, coerenti con le agende strategiche di riferimento a livello europeo e globale (in particolare Horizon 2020), ed in linea con i programmi di sviluppo e innovazione nazionali ed internazionali;
  • - favorire soluzioni a problematiche di filiera/settore, attraverso lo sviluppo e il potenziamento di reti lunghe e collegamenti coordinati e stabili con altri Distretti tecnologici e altre Aggregazioni pubblico-private, inclusi quelli delle Regioni della Convergenza, con il  fine di sostenere le attività sinergiche tra gli attori del Cluster, e di valorizzare efficaci modalità nel rapporto pubblico-privato per azioni diffuse di trasferimento dei risultati della ricerca verso le attività produttive;
  • - favorire processi di internazionalizzazione, migliorare la capacità di attrazione di investimenti e di talenti, di formazione di capitale umano qualificato anche attraverso la valorizzazione dell'istruzione tecnico-professionale sino al livello post-secondario, creando le condizioni per la nascita e l'avvio iniziale di start up e di spin off di ricerca, nonché per la valorizzazione piani con l'obiettivo di raggiungere una maggiore competitività a livello internazionale, ed una maggiore capacità di realizzare sinergie tra settori industriali diversi sulle stesse tipologie tecnologiche;
  • - valorizzare il modello organizzativo scelto dal Cluster e la sua capacità di focalizzare il ruolo del Cluster a supporto delle politiche nazionali e regionali della ricerca e dell'innovazione, al fine di favorire una stabile connessione tra ambiti, politiche, interventi e strumenti di carattere nazionale e regionali;
  • - attrarre capitale e finanza privata anche attraverso la maggiore capacità di deals flow permessi dalla rete, mirando a ridurre nel tempo la percentuale di finanza pubblica, e ad assicurare l'autosostenibilità di lungo termine.

 

Articolo 4
Requisiti dei Progetti e costi ammissibili

1.    I Progetti di cui al precedente articolo 2 del presente Avviso debbono prevedere lo sviluppo di attività di ricerca industriale e di connesse attività di formazione di ricercatori e/o tecnici di ricerca, idonei a valorizzare i necessari collegamenti tra ricerca industriale e di base. Le attività di ricerca dovranno ricomprendere attività di sviluppo sperimentale
per un importo inferiore al totale dei costi preventivati e ritenuti ammissibili per le attività di ricerca industriale.

2.    I Progetti debbono, comunque, caratterizzarsi per autonomia funzionale e autoconsistenza delle attività e degli obiettivi di ricerca dichiarati e saranno, pertanto, valutati singolarmente.

3.    Ciascuno dei Progetti deve avere un costo complessivo minimo di 10 milioni di euro e un costo complessivo massimo di 12 milioni di euro e deve rispettare i seguenti elementi:

  • - i soggetti proponenti non possono essere in numero superiore a 8;
  • - in qualità di soggetti proponenti, i soggetti di natura industriale (articolo 5, comma 1, lettere da a) a d) del DM 593/2000 e ss.mm.ii.), nel loro complesso e anche associati in forma contrattuale e/o societaria, dovranno farsi carico direttamente di almeno il 50% dei costi complessivi riferibili alle attività di ricerca, formazione e sviluppo sperimentale, di cui una quota non inferiore al 15% deve essere sostenuta direttamente da una o più PMI, come definite nella normativa comunitaria di riferimento, richiamata dal DM 593/2000 e ss.mm.ii;
  • - lo stesso soggetto industriale non può sostenere costi, anche con riferimento a più progetti, superiori ai 7,5 milioni di euro;
  • - in qualità di soggetti proponenti, una quota non inferiore al 35% del costo totale della proposta deve essere sostenuta direttamente da Università e Istituti Universitari statali e/o da Enti e Istituzioni Pubbliche Nazionali di Ricerca vigilati dall'Amministrazione Pubblica Centrale.

4.    I progetti, elaborati sulla base della modulistica prevista in allegato al decreto ministeriale n. 593/2000 e ss. mm. e ii. e attualizzata sulla base delle disposizioni del presente Avviso, debbono evidenziare in particolare i seguenti elementi:

  • a. articolazione complessiva del progetto in attività di ricerca industriale, attività di sviluppo sperimentale e attività di formazione di capitale umano, evidenziandone gli elementi di organicità e coerenza;
  • b. attività previste per il raggiungimento di ciascun obiettivo realizzativo e relativa localizzazione;
  • c. l'impegno dei singoli co-proponenti e di eventuali soggetti terzi (per attività di consulenza o servizi equivalenti) distinto in relazione a ciascuna attività prevista nella proposta progettuale;
  • d. sistema che si intende utilizzare per la validazione dei risultati conseguiti, indicando con chiarezza gli obiettivi intermedi da raggiungere, che saranno oggetto dell'attività di verifica nel seguito indicata;
  • e. valore economico-occupazionale dei risultati attesi e relativo impatto socio-economico sui territori regionali, nazionali e europei, modalità previste per la valorizzazione e lo sfruttamento dei risultati della ricerca, anche in termini di marchi, brevetti e spin-off industriali, capacità di attrarre e formare giovani talenti e ricercatori;
  • f. costo complessivo della proposta progettuale, articolato per ciascuna attività ivi ricompresa;
  • g. cronoprogramma della proposta progettuale, evidenziando altresì lo sviluppo temporale delle singole attività previste;
  • h. elementi per la valutazione dell'effetto incentivante dell'intervento pubblico, ai sensi della Disciplina comunitaria in materia di Aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione  2006/C 323/01;
  • i. novità, originalità e utilità dei risultati perseguiti con riferimento allo stato dell'arte delle conoscenze e delle tecnologie relative al settore/ambito di interesse;
  • j. qualità e competenza scientifico-tecnologica dei soggetti coinvolti nelle attività di ricerca.

5.    Oltre agli elementi di cui al precedente comma 4, almeno 2 dei 4 progetti proposti debbono essere realizzati nel quadro di accordi di collaborazione internazionale in essere o in fase di avvio, fornendone la relativa descrizione.

6.    Con riferimento alla lettera d. del precedente elenco, la verifica e validazione dei risultati deve prevedere uno o più dei seguenti elementi:

  • - realizzazione a livello prototipale di dimostratori, idonei a verificare la trasferibilità industriale delle tecnologie e dei sistemi messi a punto;
  • - validazione delle prestazioni ottenibili attraverso una serie di campagne sperimentali rappresentative delle specifiche condizioni di utilizzo in riferimento a problematiche preferibilmente di rilevante interesse socio-economico;
  • - valutazione qualitativa e quantitativa dei vantaggi ottenibili in termini di qualità della vita, competitività, affidabilità, sicurezza e impatto ambientale;
  • - verifica di trasferibilità industriale anche in termini di rapporto costo/prestazioni e costo/benefici.

7.    La durata massima di ciascuno dei progetti indicata in sede di presentazione della domanda di agevolazione non deve superare i 36 (trentasei) mesi.

8.    Ciascun progetto deve proporre l'esecuzione di attività che non siano già state effettuate, né siano in corso di svolgimento da parte dei soggetti proponenti, e che non siano oggetto di altri finanziamenti pubblici Nazionali ed Europei. A tale riguardo la proposta progettuale deve essere accompagnata da una dichiarazione, a firma del legale rappresentante dei soggetti proponenti, che elenchi tutte le domande di intervento per programmi di ricerca e sviluppo presentate negli ultimi 5 (cinque) anni e approvate a valere su leggi agevolative nazionali e/o regionali e/o nell'ambito di programmi europei.

9.    Ogni Progetto deve ricomprendere, altresì, uno specifico progetto per la realizzazione di attività di formazione per ricercatori e/o tecnici di ricerca coerenti con le tematiche di ricerca previste dal progetto, estesa alla capacità di management dell'innovazione, di nuova imprenditorialità e di gestione di strutture e programmi complessi, anche attraverso la valorizzazione dell'istruzione tecnico-professionale sino al livello post-secondario, il cui costo complessivo sia non inferiore al 10% dei costi del progetto di ricerca pena l'inammissibilità della domanda.

10.  Gli specifici percorsi formativi devono avere durata non superiore a quella prevista per il progetto di ricerca e non inferiore a 12 (dodici) mesi ed essere esclusivamente finalizzati allo sviluppo di conoscenze e abilità tecniche specifiche nel settore considerato, nonché di competenze nelle problematiche di management dell'innovazione e di nuova imprenditorialità, da svilupparsi attraverso anche specifici periodi di soggiorno presso Università straniere di riconosciuto livello qualitativo.

11.  I destinatari della formazione non devono essere legati da alcun tipo di rapporto lavorativo con le strutture coinvolte.

12.  Le spese ammissibili alle agevolazioni ai sensi del richiamato D.M. del 2.1.2008 recante l'adeguamento delle disposizioni del D.M. n. 593/2000 alla Disciplina comunitaria  di cui alla Comunicazione 2006/C 323/01 e relativa nota esplicativa del 15 maggio 2008, riferite sia ad attività di ricerca industriale sia ad attività di sviluppo sperimentale, comprendono:

  • a. spese di personale (ricercatori, tecnici, ed altro personale ausiliario adibito all'attività di ricerca, che risulti in rapporto col soggetto beneficiario dei contributi, dipendente a tempo indeterminato o determinato e/o lavoratore parasubordinato, e/o titolare di borsa di dottorato, o di assegno di ricerca, o di borsa di studio che preveda attività di formazione attraverso la partecipazione al progetto);
  • b. costi degli strumenti e delle attrezzature nella misura e per il periodo in cui siano utilizzati per il progetto di ricerca. Se gli strumenti e le attrezzature non sono utilizzati per tutto il loro ciclo di vita per il progetto di ricerca, sono considerati ammissibili unicamente i costi di ammortamento corrispondenti alla durata del progetto di ricerca, calcolati secondo i principi della buona prassi contabile;
  • c. costi dei servizi di consulenza e di servizi equivalenti utilizzati esclusivamente ai fini dell'attività di ricerca, e per una quota massima del 10% delle altre spese ammissibili;
  • d. costi dei fabbricati e dei terreni nella misura e per la durata in cui sono utilizzati per il progetto di ricerca. Per quanto riguarda i fabbricati, sono considerati ammissibili unicamente i costi di ammortamento corrispondenti alla durata del progetto di ricerca, calcolati secondo i principi della buona prassi contabile. Per quanto riguarda i terreni, sono ammissibili i costi delle cessioni a condizioni commerciali o le spese di capitale effettivamente sostenute;
  • e. spese generali supplementari derivanti direttamente dal progetto di ricerca, imputate con calcolo pro-rata all'operazione, secondo un metodo equo e corretto debitamente giustificato. Tali spese dovranno essere valorizzate in una percentuale del costo del personale che sia adeguatamente supportata dalla contabilità aziendale (generale e analitica) e comunque non eccedente il 50% delle spese di personale. Tale incidenza sarà determinata in base al rapporto esistente tra le spese generali aziendali (riconducibili ad attività di ricerca e sviluppo) e il costo del personale (dipendente e non dipendente), sulla base dei dati contabili relativi all'esercizio di riferimento durante il quale è stato svolto il progetto di ricerca;
  • f. altri costi di esercizio, inclusi costi di materiali, forniture e prodotti analoghi, sostenuti direttamente per effetto dell'attività di ricerca.

13. Le spese ammissibili alle agevolazioni, riferite ad attività di formazione, comprendono:

  • a. costo del personale docente;
  • b. spesa di trasferta del personale docente e dei destinatari della formazione;
  • c. altre spese correnti (materiali, forniture, etc.);
  • d. strumenti e attrezzature di nuovo acquisto per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione;
  • e. costi di servizi di consulenza;
  • f. costo  dei destinatari della formazione, fino ad un massimo pari al totale degli altri costi sovvenzionati.

14.  I costi afferenti le diverse tipologie di spesa sono al netto di I.V.A. nel caso in cui tale imposta risulti trasferibile in sede di presentazione di dichiarazione periodica; sono invece comprensivi di I.V.A. nel caso in cui tale imposta non sia trasferibile.


Articolo 5
Modalità e criteri di valutazione

1. La valutazione dei Piani di Sviluppo Strategico e dei contenuti tecnico-scientifici dei Progetti è affidata ad un panel di esperti nominati dal Ministero e individuato nell'ambito dell'apposito elenco ministeriale di cui all'articolo 7 del richiamato decreto legislativo n. 297/99 e ss.mm.ii., ferme restando le attività di competenza degli istituti convenzionati e del Comitato descritte nell'ambito del DM n. 593/00 e ss.mm.ii.

2. I Piani di Sviluppo Strategico sono valutati, in forma comparata, secondo i seguenti criteri:

  • a. Coerenza Programmatica: Complementarietà e coerenza degli obiettivi e delle attività del Cluster con le strategie previste dalla programmazione regionale, nazionale e comunitaria in materia di ricerca e innovazione, con particolare riferimento ad Horizon 2020, alla strategia dell'innovazione per il raggiungimento dell'eccellenza dei Cluster europei, ed ai principi orizzontali (partenariato, pari opportunità e non discriminazione, accessibilità per le persone disabili, sostenibilità ambientale) (max 20 punti);
  • b. Rilevanza dei Risultati Conseguiti dal Cluster, e/o dei soggetti pubblici e privati di riferimento nei tre anni precedenti, con particolare riferimento alla valenza scientifica delle attività di R&D sullo scenario nazionale e internazionale, allo sviluppo di brevetti, alla nascita di start-up e spin-off, all'implementazione di progetti pubblico-privati, ed all'impatto industriale, socio-economico, occupazionale complessivamente generata; rilevanza dei risultati conseguiti nella gestione amministrativa del Cluster, con particolare riferimento alla ottimizzazione delle risorse finanziarie pubbliche ed all'attrazione di risorse finanziarie private (max 20 punti);
  • c. Rilevanza dei Risultati Attesi dal Cluster rispetto al contesto scientifico nazionale e internazionale, capacità di valorizzare laboratori e strutture di ricerca dei soci ripensandone il funzionamento su scale trans-nazionale ed in un'ottica di rete,  capacità del Cluster di generare ricadute positive in più settori/ambiti, consolidare la competitività dei territori di riferimento, attrarre capitali, finanza privata, investimenti e talenti, perseguire l'autosostenibilità di lungo termine e promuovere la nascita e l'avvio di start up e di spin off da ricerca, favorire la formazione di capitale umano qualificato anche attraverso la valorizzazione dell'istruzione tecnico-professionale (max 25 punti);
  • d. Management, Governance e Reti di Collaborazione: Efficacia e rilevanza delle capacità del Cluster in termini di management e governance delle attività e dei rapporti di tra i partecipanti, nonché capacità del Piano di promuovere processi di internazionalizzazione e sviluppare e potenziare reti lunghe di collaborazione strutturale e stabile a livello nazionale e internazionale, creare collegamenti coordinati e stabili con i Distretti Tecnologici e le altre Aggregazioni pubblico-private delle Regioni della Convergenza, nonché aderire e contribuire allo sviluppo di Piattaforme Tecnologiche Italiane ed Internazionali (max 25 punti).

3. Ciascuno dei progetti è valutato secondo i seguenti criteri:

  • a. Qualità dei proponenti il progetto, sia singolarmente sia come raggruppamento, in termini di competenze, esperienze anche riferite a quelle maturate dal responsabile scientifico e dai partecipanti al progetto di ricerca, capacità gestionali e relazioni con il sistema produttivo e scientifico (max 20 punti);
  • b. Qualità tecnico-scientifica del progetto, in termini di coerenza con le strategia del Cluster, di contributo del progetto alla soluzione di problematiche di ricerca e sviluppo del settore/ambito di riferimento, adeguatezza dei contenuti, sviluppo di metodologie avanzate, articolazione e integrazione delle competenze delle strutture scientifico-tecnologiche pubblico-privato coinvolte nel progetto, fattibilità sia tecnica sia finanziaria con particolare riguardo al piano finanziario e alla congruità e pertinenza dei costi esposti (max 20 punti);
  • c. Rilevanza, utilità e originalità delle conoscenze acquisibili e dei risultati rispetto allo stato dell'arte nazionale e internazionale e alle potenzialità di sviluppo del settore/ambito di interesse, alla capacità delle stesse di ridurre la distanza dalla frontiera tecnologica nel settore/ambito di riferimento, al relativo impatto socio-economico su territori regionali, nazionali e europei, alla valorizzazione di collaborazioni internazionali, all'integrazione tra attività di ricerca e attività di valorizzazione del capitale umano (max 25 punti).

4. Fermo restando l'obiettivo del presente Avviso di favorire la nascita e lo sviluppo di n. 1 Cluster Tecnologico nazionale per ciascuna delle aree di cui al precedente articolo 1, comma 7,  sono giudicati ammissibili alle agevolazioni  esclusivamente le domande che abbiano conseguito, nella sommatoria dei punteggi attribuiti al Piano e ai progetti, un punteggio complessivo di almeno 200 punti sui 285 conseguibili, comprensivo di almeno 80 punti per il Piano e di almeno 40 punti per almeno 3 dei 4 Progetti presentati.

5. Il MIUR, acquisiti i punteggi sui Piani e sui progetti, procede alla concessione delle agevolazioni secondo l'ordine stabilito dalla graduatoria, e fino all'esaurimento delle diverse tipologie di risorse previste nel successivo articolo 7 (FAR nella forma di contributo spesa, FAR nella forma di credito agevolato, risorse PON R&C). A parità di punteggio è data priorità alle proposte che abbiano maturato un punteggio più elevato nella fase di valutazione del Piano.

6. Tenuto conto delle risultanze della valutazione dei Piani e dei progetti, e al fine di assicurare la migliore valorizzazione dei progetti ammessi alle agevolazioni, il MIUR definisce, con ciascuna delle Regioni coinvolte, specifici Accordi di Programma ai sensi dell'articolo 13 del DM n. 593/00 e ss.mm.ii., anche integrativi di quelli già stipulati in materia, attraverso i quali sono determinati, tra l'altro, i rispettivi impegni finanziari, le modalità con le quali il MIUR e le Regioni         combinano le risorse, nonché le azioni di monitoraggio e valutazione.

Articolo 6
Risorse finanziare disponibili e forme e modalità di agevolazione

1. I Progetti utilmente inseriti nella graduatoria di cui al precedente articolo 6, comma 6, del presente Avviso, saranno agevolati con risorse a valere sul FAR pari a complessivi 368 milioni di euro, di cui 63 nella forma del contributo nella spesa e 305 nella forma del credito agevolato.

2. Al fine di favorire lo svolgimento di quote di attività progettuali da svolgersi nelle 4 Regioni della Convergenza (Puglia, Calabria, Sicilia, Campania), il MIUR mette, altresì, a disposizione risorse a carico del PON R&C 2007-2013, con copertura a valere sul FESR (50%) e sul FDR (50%), pari a complessivi 40 milioni di euro.

3. Per il finanziamento dei Progetti, il MIUR interviene nelle forme del contributo alla spesa e del credito agevolato, nelle intensità di cui agli articoli 5 e 8 del richiamato decreto ministeriale n. 593 dell'8 agosto 2000, così come modificate dal decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze del 10 ottobre 2003 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 25 novembre 2003) e dal Decreto Ministeriale 2 gennaio 2008 Prot. GAB/4.

Articolo 7
Modalità e termini di presentazione delle domande

1.  Le domande debbono essere presentati tramite i servizi dello sportello telematico SIRIO (http://roma.cilea.it/Sirio), entro e non oltre le ore 17.00 del 28 settembre 2012.

2.  Al medesimo indirizzo (http://roma.cilea.it/Sirio) è possibile registrare la propria utenza e consultare le guide sull'utilizzo dei servizi offerti dallo sportello telematico.

3.  Il predetto servizio on-line consente la stampa della documentazione che, debitamente sottoscritta, deve essere inviata, corredata degli allegati cartacei ivi indicati, entro i successivi 7 giorni, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) - Dipartimento per l'università, l'alta formazione artistica, musicale e coreutica e per la ricerca - Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca - Piazzale J. F. Kennedy, 20 - 00144 ROMA. La relativa busta deve recare gli estremi identificativi dell'Avviso.

4.  In caso di difformità fa fede esclusivamente quanto inoltrato per il tramite del servizio Internet di cui al precedente comma 1.

5.  Tutto il materiale trasmesso viene utilizzato dal MIUR esclusivamente per l'espletamento degli adempimenti di cui al presente decreto.

6.  I proponenti debbono fornire in qualsiasi momento, su richiesta del MIUR, tutti i chiarimenti, le notizie e la documentazione ritenuti necessari dal Ministero stesso.

 

Articolo 8
Informazioni

1.  Il Responsabile del Procedimento per il presente Avviso è: Dott. Emanuele Fidora Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca  Ministero      dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, tel. 06/97727131;

2.  Il presente Avviso è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ed è disponibile, unitamente a tutta la documentazione ivi richiamata, sul sito www.miur.it;

3.  Ogni richiesta di informazioni può essere inoltrata al MIUR via e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: clusternazionali@miur.it.

Roma, 30 maggio 2012

IL DIRETTORE GENERALE
(Dott. Emanuele Fidora)